È solo un canto
Edizioni del Leone, 1999, Venezia
Impressioni
E' il tuo corpo a dare la forma al buio,
forma di calore alle mie mani
E' nel tuo corpo l'attimo
il segreto tra luce e buio, il gesto
della penombra incerta di se stessa
Per il tuo corpo e sul tuo corpo è morbida
e sfrenata la danza della luce
Accendino
Il tuo accendino nero
fa le bizze
vive di vita propria
Si fa dimenticare
dove vuole
in macchina sotto il sedile
a casa mia o negli altri pantaloni
Oppure ce l'hai addosso
e non si trova
se non quando non serve
E quindi accade come quella notte
quando la diserzione
fu fatale
e ridere
al vizio inutilizzabile
Capisci il mio sgomento
alla precarietà
a tutte quelle falle
inaffidabili
che non fai in tempo
a rappezzarne una
che se ne aprono dieci
Che ci vuole così poco
a non esserci più
*
Metafisica
Ti aspetto. Aspettandoti aspetto:
nient'altro tu sai riesco a fare
se non aspettare se aspetto.
La finestra annottata non mi parla
tue notizie, forse sei a metà strada
o forse ancora a cercare le chiavi.
Oppure sei sul punto di bussare
ma qui nulla cambia: l'attesa è l'attesa
e non può oltrepassarsi.
Il suo senso è se stessa, nient'altro.
*
E' l'odore di certe sere di maggio
e il tuo modo di diventare a un tratto
pensosa e bella
a non rimanere
Unica certezza
- in questa chiusa vicenda malferma -
i rumori e di pena e d'amore
degli atomi inquieti